venerdì 11 luglio 2008

L'amore precario


Il nostro anniversario. Un anno. Un anno magnifico in cui abbiamo scoperto di avere tantissime cose in comune, compreso l'odiarci. Velatamente.

Preparo tutto come non ho mai fatto per nessun'altra donna. La cena sara' perfetta cosi' come l'atmosfera. Quaranta candele in tutto il soggiorno. Ci ho messo un'ora, cinque polpastrelli e due quaresime farcite per accenderle tutte. 

Aspetto l'ora in cui lei rientra ascoltando due album di Donald Byrd, uno di Coltrane, tutti i live di Herbie Hancock, la discografia completa della Blue Note Records e mi rendo conto di due cose: lei e' in ritardo e il jazz mi ha veramente rotto il cazzo. Finalmente sento le chiavi, lei entra e colpita dal magico riverbero reso tremolante da una leggera corrente d'aria esclama con stupore: 

"MA TI RENDI CONTO DI QUANTO CO2 STAI PRODUCENDO???"

Ecco un'altra cosa che abbiamo in comune; Lei guarda le candele e pensa al Co2, io guardo le candele e penso a dove vorrei infilargliele tutte e 40: siamo romantici. Vado in cucina e mi preoccupo quando guardo il frigo ed ho lo stesso pensiero che avevo con le candele. Prendo il pesce finto, quella roba che ha la forma di un pesce ma e' fatto con il tonno in scatola e le patate lesse, poi lo plasmi come facevi da piccolo con il Pongo. Negli anni  sono diventato bravissimo. Riesco a farlo proprio a forma di pesce: il mio. Almeno capisce subito come va a finire la serata. O il pesce o le candele. Anzi, tutt'eddue. Guardo ancora il frigo che questa volta mi guarda anche lui. - "Non ci pensare" - mi sembra abbia detto, ma ormai e' tardi e ci ho pensato e mi arriva uno schiaffo. E' lei che ha visto il pesce finto. Ho esagerato nelle dimensioni e si sente presa in giro. Scoppia a ridere. "Ma chi ti credi??? A Rocco!!!" 

No, e' me che prende in giro. Dubbi su come tagliare il pesce anche perche' essendo veramente simile al mio mi fa un po' senso usare il coltello. Ci pensa lei che se lo ingoia tutto partendo dalla punta. Le cose sono due: o e' piccolo il mio pesce o lei e' una gran vacca. Il mio amore per lei mi fa preferire la seconda ipotesi. Apro una bottiglia di vino precario. Il vino precario e' un vino rosso preso al discount ma travasato in una bottiglia di Brunello di Montalcino. Insomma, un vino con una dignita' a termine... e pure un po' fittizia. Ne verso un bicchiere che le passo con un sorriso ma che lei mi restituisce e si prende la bottiglia. Fa la fine del pesce. 

"Sai - dice - ho tanta fame perche'... adesso siamo in due" - "Oddio. Tesoro, non dovresti bere vino precar... Brunello, se sei incinta..." - "Macche' incinta coglionazzo! Siamo in due io e te! Godo come una matta a fregarti da mangiare e da bere, scimunito. E' il mio modo di amarti e a proposito, l'anno prossimo, l'anniversario, sai dove mi piacerebbe festeggiarlo, che questo ti e' venuto da schifo?" 


No, non lo so, ma ora che ci penso i polpastrelli bruciati non lasciano impronte sul collo. O si? Vedremo...

4 commenti:

devitalizart ha detto...

oddio bellissima!!!!!!!!!! XD

Anonimo ha detto...

Ah ah, il vino precario e' formidabile. Mi ricorda un mio ex che non sapendo come dirmi che voleva mollarmi si presenta con una bottiglia avvolta in carta Moet Chandon. Quando se ne va', apro la bottiglia e dentro c'era il vino bianco che usano i preti per la messa. L'aveva rubato in chiesa. Stronzo d'un iconoclasta.

demonglam

Gatta bastarda ha detto...

questo si che è amore!

Coq Baroque ha detto...

Certo che venire mollati con un vino bianco da chiesa...
cmq meglio di niente, Io vengo mollato senza regali, anzi mi lasciano debiti
Un saluto a voi da un internet cafe' davanti ad una bellissima spiaggia dove piena di meduse... che sfiga