All'uscita del Islamabad International Airport appare stancamente lo stesso tassista anglofono che mi trovo', tre settimane prima, quando da Islamabad stavo andando a Kabul. Lo sa lui, lo so io - "Ciao. Portami in un albergo vicino ad un ristorante, ho una fame fottuta." - mentre porgo lo zaino - "Decidi tu quale, basta che non sia caro" - Gli evitero' lunghi rapporti da compilare ai servizi segreti sui miei movimenti.
Mi chiede cos'ho fatto a Kabul.
"Foto ricordo"
Io sono uno che si e' sbattuto tutta la vita per riuscire a non fare un cazzo. Figurati se lo vengo a spiegare a te cosa faccio a Kabul.
"Senti, mi vieni a prendere domani? Devo essere in aereoporto alle 7." - "Domani mattina non sono in servizio, ti mando un amico". E io che pensavo che le spie non avessero orari. Valgo meno di una sveglia puntata in anticipo. Mi addormento al terzo film di una maratona Jeanclaudevandamme in cable tv. Dopo il succo di limone speziato piu' buono della mia vita e il kebab piu' piccante di tutta l'asia, sogno che Jeanclaudevandamme scoppia con dentro Jeanclaudevandamme con dentro Jeanclaudevandamme con dentro Jeanclaudevandam... matrioska infinita di fuochi d'artificio e arti palestrati. Sorrido nel sonno. Finalmente. Sorrido. Sonno. Sogno.
Il giorno dopo, litigo con il tassista evidentemente non pagato abbastanza come informatore e parto per Hong Kong. Il volo PK892 e' quello per Bangkok, ma va prima a Hong Kong, allungando notevolmente il tragitto per poter ospitare a bordo anche giapponesi e cinesi che risparmiano soldi sul volo per investirli in bambine.
O bambini.
Sorvoliamo il Kashmir alle 10 circa.
Il capitano annuncia turbolenza e io mi allaccio le cinture.
Sotto di me e' l'inferno.
continua
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